giovedì 19 marzo 2009

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“ Non credo nel cammino lineare: nel mio lavoro proseguo piuttosto come nel Gioco dell’Oca, simbolo del procedere, fermarsi, correre, o anche del ritrovarsi al punto di partenza...
L’informazione e la cultura in questo momento sono i dadi da rilanciare per proseguire. “ rf

stralcio dall'intervista pubblicata su IMPACKT, Ed.Dativo. Milano

PIXEL con garanzia di Storia…
“i perchè nascosti dietro il gioco dell’oca...”
IL DADO E’ nel TRATTO

E’ il tratto che fa la differenza, la continuità nel percorso senza la quale non si costruisce la Storia, scelta dopo scelta, ponendosi una méta, pur senza dimenticare il tempo di pause e di attenzione al particolare.
Un insieme di punti creano l’immagine di stampa, un insieme di pixel creano l’immagine a monitor, un insieme di chicchi creano nutrimento, un insieme di tratti di strada creano il percorso che costruisce il senso dell’Esserci.
Gettare la spugna dinanzi a crisi e difficoltà significa rinunciare alla méta prefissata. Gettare i dadi è continuare ad accettare che nei nostri progetti interferisca il caso, a condividere o intralciare il cammino, ma non di meno significa proseguire.
Forse ci si vedrà costretti ad aggiustare la rotta con la scelta di nuovi e diversi punti di forza, ma con profitto se al lancio dei dadi si unisce tenacia e creatività di pensiero.
Dall’Arte e dall’imprevedibilità creativa di un artista possono venire sollecitazioni e riflessioni di nutrimento anche per altri ambiti lavorativi spesso con troppa linearità logica nel condurre il Gioco. E’ necessario difendere le differenze, le biodiversità della Natura così come di pensiero dell’Uomo. Nella diversità di approccio al fare si trova linfa fresca per proseguire, rigenerarsi, uscire dal labirinto in cui ci si intrappola quando si presume di essere detentori di ogni soluzione.
La Storia la si costruisce con una lenta sedimentazione, passo dopo passo. Ci possono essere eventi favorevoli che ci danno la chance di superare qualche casella in un sol colpo avvicinandosi prima al traguardo prefissato, ma ci sono anche momenti di stasi e altri in cui si è costretti a retrocedere, ricredersi dei propri passi e ritentare con un diverso approccio. Gli eventi fortuiti bisogna avere l’attenzione e la prontezza di riconoscerli e coglierli per tempo, a volte anche innescando un corto circuito insolito nello sguardo con cui si analizza la situazione attuale. E’ importante sia l’attenzione al particolare che il tener sempre presente il tragitto già attuato . Le nuove strategìe da giocare per proseguire spesso si delineano da sè, quasi fossero già scritte e riconoscibili solo riordinando le carte in nostro possesso.
Un insieme di parole crea comunicazione e informazione. Conoscere in profondità il proprio ambito lavorativo può anche divenire sterile se non si ha attenzione anche per i linguaggi necessari ad interagire con i campi tangenti al nostro. Se coltiviamo strettamente grano biologico ma i nostri vicini passano all’OGM, possiamo essere certi che presto ne saremo contaminati. Quali precauzioni possono essere prese da ciascuno di noi a tutela del nostro lavoro se non attraverso un continuo e attento monitoraggio e approfondimento anche delle motivazioni alla base delle mosse di chi ci gioca contro? L’informazione è il dado da lanciare in un momento di crisi come questo, è l’unica che può veicolare i semi che varrà la pena di far germogliare perché ci sia un futuro che valga la pena di accogliere e raccogliere.

Packaging, dépliants, involucri, ma anche rubriche telefoniche, cassette della frutta, poster e materiale pubblicitario sono la materia prima di Raffaella Formenti – anzi, i suoi pastelli e i suoi tubetti di colore, in un vertiginoso e “insostenibile” riciclaggio di segni. Marco Senaldi


stralcio da Impackt - Dativo Ed. Milano

(...) Creando un nuovo elemento modulare, il pixel, per la costruzione della sua opera Formenti innesta la trasformazione della materia cartacea in tessere cromatiche di un mosaico mai terminabile. Risultato: accumulazioni scultoree, assemblaggi tridimensionali, installazioni che aggrediscono lo spazio, rilievi e oggetti da parete di qualità pittorica e coloristica, intrecciati con raffinatezza e poesia in composizioni complesse, ricche di riferimenti. Lo spettatore viene sollecitato da spezzoni di frasi (“Tutto speciale”, “Gratis”, “Vincere” ecc.), da frammenti d’immagine, da un invito a giocare con fili e tasti senza funzione, simulazione di un fantasioso colloquio fisico con una rete in realtà inesistente, un navigare sempre più a vista.
Tre fattori della sua formazione accademica restano tuttavia fondamentali nell’opera di Raffaella Formenti: la parola, il segno, il colore. Essi concorrono a definire la forza di ogni singola opera al di là del discorso che l’artista sviluppa attorno al “magic world supermercantile” di cui estrae una sintesi incisiva.(...) - Ellen Maurer Zilioli
stralcio da Behind the cover su Italiaimballaggio, Ed. Dativo. Milano

Raffaella Formenti, (Brescia 1955) Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, lavora da molto tempo sulla comunicazione ridotta a rumore visivo assemblando immagini e parole provenienti dalla comunicazione pubblicitaria. Nelle sue opere impiega materiali derivanti dall’enorme mole dei prodotti informativi, trasformandoli con una non comune abilità manuale in colorati collage, sculture, o vere e proprie installazioni. Costante nel suo lavoro è il riferimento al web, da cui attinge la terminologia e di cui fa parodie cartacee, che restituiscono peso e consistenza alle entità virtuali da cui siamo circondati.

raffo.nita@tin.it
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lunedì 9 marzo 2009